LA NAZIONE
29/09/07 - Cronaca di Toscana e Liguria
Pagina: CULTURA E SPETTACOLI.
A lezione da un professore - Bon Ton, ve le do io le regole.
Mai dire "piacere" e "salute". Il ritorno del baciamano.
di Titti Giuliani Foti
Lei offrirà con delicatezza la mano a mezz'aria, senza protenderla troppo, evitando di dare un pugno a chi le sta di fronte. È così che attende il baciamano - uno sfioramento, e non un succhiotto, delle labbra di lui - tornato prepotentemente in circolazione.
Ricordarsi che: se non si arriva in tempo bisogna avvertire; in ascensore come in auto si dà sempre la precedenza alle signore e agli anziani; nei taxi la donna sta seduta a destra e sta all'uomo chiedere la destinazione; che non si dice "buon appettito" a chi comincia a mangiare e neppure "salute" a chi starnutisce.
Benvenuti nel mondo del Bon Ton. O meglio, dell'educazione: quella cosa che se uno la possiede passa inosservato e che se invece a uno manca si nota subito.
Due conti e voilà: è bastato guardarsi sgomento intorno perché al signor Alberto Presutti, di professione poeta, sia venuto in mente di far partire vere e proprie lezioni di Bon Ton settimanali della durata di circa un paio d'ore e per un minimo di 10 partecipanti.
Corsi di Buone maniere, non solo per riabilitare il buon Monsignor Della Casa che scrisse il Galateo, ma anche per ritrovare quelle regolette che sembrano nulla ma fanno la differenza. Una specie di pronto soccorso educazione. Oggi. Che Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno.
Soprattutto sul lavoro ci sono regole che devono essere assolutamente rispettate - tuona il prof. - Nel capitolo Comportamento e relazioni in ufficio spiego chiaramente che un dirigente ha l'obbligo di comportarsi con tutti i suoi sottoposti nello stesso modo. E deve contenersi in un certo distacco professionale.
Il "Tu" non sarebbe consentito ma oramai - sospira - ha preso il sopravvento. Raccomando un "Tu" rispettoso e consapevole dei ruoli.
E guai a quel dipendente che invita a pranzo il suo dirigente. Annotare: sul lavoro ognuno ha il suo ruolo, "la signora delle pulizie è la signora delle pulizie, non la Rita". Se prima l'abito faceva il monaco adesso le carte si sono rimescolate, "tutti - osserva Presutti - hanno vestiti firmati per cui è l'educazione che fa la differenza".
Nelle stanze delle riunioni, donne e uomini debbono presentarsi con la loro qualifica e la giacca l'uomo se la può anche togliere. Ma per carità, senza lasciarsi la cravatta appesa al collo come un cappio.
Vietate in ufficio anche le storie d'amore, no a lasciarsi corteggiare, fare i cascamorti, provarci tra colleghi e, peggio che mai, tra segretarie e dirigenti: ma ci vorrebbe un libro a parte.
Ricevete un regalo? Apritelo subito. Siete invitati a una cena? Alla padrona di casa il giorno dopo arriverà il vostro mazzo di fiori; e se durante un pranzo vi piace tanto un piatto evitate il: "Mi dà la ricetta?".
E mai dire: "Buono questo piatto, l'avevo già mangiato". Non si fa. Quando si stringe la mano a qualcuno per la prima volta abolire i termini come "lieto" o "piacere", potrebbero essere armi a doppio taglio. Se siete provvisti di ombrello perché fuori piove, trovate subito dove metterlo onde evitare di sgocciolare da tutte le parti.
Monsignor Della Casa non ha mai visto supermercati o cellulari, ma Presutti sì. Per questo ha stilato altri comandamenti: vietato intralciare il passaggio di altri con i carrelli messi di traverso e basta coi cellulari a tavola. Dimenticateli a casa. È il massimo del Bon Ton.